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Indizione assemblea sindacale Unicobas, in modalità online - 15 Settembre 2020 dalle h. 16:00 alle h. 18:00

Circolare N°: 
17
Data di emissione: 
09/09/2020

Legnano, 09/09/2020  

A tutto il personale docente ed A.T.A.

Oggetto: Indizione assemblea sindacale Unicobas, in modalità online - 15 Settembre 2020 dalle h. 16:00 alle h. 18:00.

L'Organizzazione Sindacale Unicobas Scuola & Università indice un’assemblea sindacale online aperta a tutti i docenti ed A.T.A., di ruolo e non, nonché a tutti coloro che siano interessati alla riapertura delle scuole in sicurezza, che durerà dalle h. 16:00 alle h. 18:00 per martedì 15 settembre.

L’assemblea verrà svolta in modalità on-line presso la pagina Facebook Unicobas Scuola & Università.

Per accedere all’Assemblea, cliccare il 15 Settembre alle ore 16.00 su questo link: https://www.facebook.com/events/359598285074444/ 

Risponderemo alle domande poste via chat a partire dalle ore 17.00.

O.d.g.:

  1. Ministero ed Uffici Scolastici con l’organico di diritto hanno validato ancora le “classi pollaio”, non calcolando neppure il tasso di ripetenza. Il Ministero ha preso un’unica misura per l’anno scolastico 2020/2021: un solo metro fra le “rime buccali” (che consente persino 80 cm. di distanza fra i banchi): metro “statico” (neppure “dinamico”). Ciò produce in media ben oltre 20 alunni per classe. Ventiduemila assunzioni arriveranno per il prossimo anno, le altre latitano, come ancora il 15% di un organico assolutamente sotto-stimato. Più della metà dei posti chiesti in più dai Presidi in sede di organico di fatto viene in questi giorni negato dal Ministero, persino nelle scuole Primarie. Manca almeno il 50% degli insegnanti di sostegno. In Belgio massimo 10 alunni con 4 metri quadrati a testa, per Germania e Regno Unito gruppi di 15 e separazione di 2 metri (previsti anche in Spagna). Ribadiamo il nostro no a queste misure e all'accordo sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Snals con finte guarentigie per Docenti ed A.T.A. per il prossimo anno scolastico. Per non assumere, dispongono ridicole “distanze” per la scuola, se messe a confronto con un semplice esercizio postale o commerciale.
  2. Governo bocciato. Rivendicazioni:
  • Ribadiamo ciò che abbiamo chiesto con forza, in presenza, al Governo Conte nel corso degli Stati Generali: massimo 15 alunni per classe ed assunzione di 240mila insegnanti (il terzo necessario in più per ridurre le classi), molte più stabilizzazioni di quanto previsto, anche per il personale A.T.A. e nella Scuola dell'Infanzia, esclusi dai concorsi banditi. No al precariato “usa e getta” (assunzioni a singhiozzo con licenziamento previste dal Ministro Azzolina in caso di nuovo lockdown). Le linee guida e le indicazioni del Cts sono confuse e contraddittorie, non garantiscono né sicurezza, né buona didattica. Troppo pochi gli investimenti strutturali senza un radicale cambiamento di orientamento delle ormai trentennali scelte politiche di impoverimento e dequalificazione della scuola. La Scuola deve venir posta al centro di un vero progetto di ripresa del Paese.
  • Stabilizzazione diretta degli specializzati di sostegno, percorsi di abilitazione per chi ha esperienza pregressa, onde evitare che oltre la metà delle cattedre continui a venire assegnata a chi non conosce l’handicap, e poi istituzione della classe di concorso specifica.
  • Assunzione di almeno 50mila collaboratori scolastici per coprire i vuoti in organico per la vigilanza, di 20mila fra personale di segreteria e tecnici, più tutto il personale necessario per sopperire alle difficoltà dovute alle migliaia di soggetti fragili ed anziani che (indici Inps) hanno diritto da subito a tutte quelle tutele inizialmente previste e poi vergognosamente ritirate in buona parte dal Governo.
  • Ricordiamo che negli ultimi 30 anni sono state tagliate 300mila cattedre e 70mila posti Ata. Sui 209 miliardi disponibili con il recovery fund (84 dei quali a fondo perduto), occorre investirne immediatamente almeno 7 aggiuntivi per le assunzioni, 7 per il contratto ultra-scaduto, più i 13 necessari ad un piano pluriennale serio per porre in sicurezza l'edilizia scolastica (dopo aver perso tutti i mesi del lockdown), invece di spenderne 50 per F16, F35 e portaerei Trieste, invece di favorire banche e lobbies speculative e di versarne 6,3 a Fiat-Fca, piuttosto che finanziare ancora (contro la Costituzione) i diplomifici privati. Sui circa 40.000 edifici scolastici italiani, 582 sono di prima del 1800, 944 risalgono al XIX Secolo, 4.410 sono stati edificati tra il 1900 e il 1945, mentre 5.429 sono dell’immediato dopoguerra (1946-1960). Sul totale delle scuole, solo 15.687 hanno il certificato di agibilità, mentre il restante 60% (70% in Sicilia) non ha neanche quello. Solo 5.117 edifici (12%) sono vagamente “antisismici” ed unicamente 9.824 (24%) hanno il certificato di prevenzione incendi (Cpi).
  • Si sarebbe potuto far pagare le tasse alle aziende informatiche, invece di dar loro in mano le piattaforme per la didattica a distanza.
  • Rivendichiamo, a decorrere dal 1° Settembre, un’indennità di rischio di 250 euro netti per i docenti ed il resto del personale.
  • Ribadiamo l’opposizione alle smart-class, alle riunioni on-line ed alla didattica a distanza anche per l'a.s. 2020/21, nonché all'inserimento della “Dad” nei Ptof (triennali), voluto dai dirigenti nonostante non lo prevedano neanche i vari DPCM, che limitano la Dad (ribattezzata oggi “didattica digitale integrata”) all'emergenza sanitaria. Giudichiamo risibile, oltre che vergognoso ed antipedagogico, il diktat delle 10 ore di videolezioni dalla prima elementare, che salgono a 15 dalla seconda alla fine delle Medie ed a 20 nella Superiore di Secondo grado, sottraendo addirittura un giorno a settimana alla scuola in presenza. Siamo contro la delocalizzazione degli alunni in parrocchie, strutture private e case comunali e la gestione sommaria, ridotta o dequalificata del tempo-scuola, che si concretizza di fatto oggi in un forte attacco al tempo pieno, a cominciare dal Meridione, reso di fatto impossibile dal mancato arrivo dei docenti in più chiesti dalle scuole in sede di organico di fatto.
  • Vigileremo perché non si ripetano le vergogne che abbiamo combattuto appena introdotta la didattica a distanza:
  • la Dad è stata anche riproduttrice di diseguaglianza, oltre che di arricchimento economico per privati: secondo l’Istat almeno il 30% degli alunni (con percentuali più alte al Sud) è stato discriminato. Fortissimi sono i rischi dell’uso acritico degli strumenti digitali, soprattutto per la fascia giovanile più debole: gli studenti in condizioni economico-sociali svantaggiate e gli alunni diversamente abili. Non c’è nessuna evidenza che la digitalizzazione migliori comunque il processo di apprendimento, mentre vi sono certezze negative rispetto all’abuso del digitale;
  • attivazione classi virtuali senza controllo, mancato rispetto della privacy di docenti, famiglie e studenti a causa della mancanza di una piattaforma attivata dal Ministero, in sicurezza e moltiplicazione delle riunioni collegiali on-line, degli incontri con famiglie e studenti ben oltre gli spazi istituzionalmente dedicati e con ingerenze e "valutazioni" improprie sui docenti;
  • costi non rimborsati e rischi sanitari legati all’attivazione della Dad (continuità sul video) per docenti, studenti ed ata;
  • disprezzo di mansionario, stato giuridico e norme del Ccnl.
  • orario di sevizio superiore o spalmato sull’intera giornata;
  • massa di compiti per gli alunni e/o imposizione delle sole video lezioni;

Continueremo ad intervenire contro gli abusi perpetrati nei confronti del personale Ata su:

  • mansionario;
  • uso d’autorità delle ferie in essere e non godute;
  • presenza a scuola senza garanzie sanitarie in periodo di pandemia (fasi 1, 2, 3) e turnazioni improprie;
  • sanificazione delle scuole (competenza Asl).

 

  • Su tutto questo daremo suggerimenti utili per le RSU ed RLS;
  • Vogliamo una sanificazione adeguata ad opera delle Asl. Occorre che le scuole chiedano molti più posti in organico di fatto e che ovunque si diano cattedre a tutto l'organico potenziato.
  • Denunciamo che, vergognosamente, “solerti” dirigenti scolastici, fomentati dal Ministero e dall’Associazione Nazionale Presidi hanno stracciato ancora una volta il contratto nazionale imponendo illegittimamente la presenza a scuola dei Docenti nel periodo canonico di chiusura e non rispettando i 15 gg. di continuità spettanti al personale Ata. Contro tutto questo abbiamo già dato la possibilità di protestare con uno sciopero ad Agosto. I Dirigenti (come i “responsabili Covid”), peraltro, vengono mandati allo sbaraglio, ed usati dal Ministero come utili parafulmini sui quali scaricare scelte centrali ridicole.
  • Le dichiarazioni della ministra ignorano la verità dei fatti. Alla scuola italiana, sulla quale gravano da 30 anni un'incuria e un accanimento distruttivo senza pari, per allinearsi all'investimento medio europeo per l'istruzione mancano circa trenta miliardi di euro, cifra molto distante dagli impegni di spesa palliativi che vengono esibiti dalla Azzolina come una grande "conquista".
  • Non abbiamo dimenticato la necessità di abrogare le controriforme della “Berluscuola”, chiedendo il ritorno immediato ai nuovi programmi del 1985 per la Scuola Primaria (abolizione del curriculum ciclico) ed ottenendo l’eliminazione della barbarie della valutazione in decimi voluta dalla Gelmini (ma solo dal prossimo anno scolastico).
  • Siamo stati gli unici a chiedere l’innalzamento dell’obbligo sino al quinto Superiore, ivi comprendendo l'ultimo anno della Scuola dell'Infanzia, sin dall’a.s. 2021/2022, finita la pandemia, con l’utilizzazione dei neo-assunti oggi per il distanziamento sociale.
  • Abbiamo stigmatizzato Invalsi ed alternanza scuola-lavoro e tutti gli orpelli del minimalismo culturale e dell’aziendalizzazione della scuola, ricordando la necessità del ripristino nelle Superiori di Primo e Secondo grado delle ore tagliate di Lettere, Storia, Geografia, Scienze e di quelle relative al bilinguismo.
  • Ci battiamo ancora contro la cattiva scuola renziana, la chiamata diretta e "per competenze", il "bonus premiale". Siamo ancora contro la vergogna di una legge che continua a prevedere anche l’abolizione della titolarità di istituto per i docenti.
  • Vogliamo un vero stato giuridico per il personale educativo, che va equiparato ai docenti della Primaria (anche per il bonus docenti).
  • Abbiamo chiesto e chiediamo il preside elettivo.
  • Abbiamo denunciato e denunciamo gli abusi perpetrati dal Ministero e dai dirigenti scolastici nei confronti di docenti ed educatori con l’attivazione della
  • Ci battiamo per risolvere definitivamente la questione del precariato, rivendicando l’attivazione del doppio canale di reclutamento ove valgano il servizio e le abilitazioni già conseguite (onde evitare la necessità di fare altri concorsi), mentre invece viene confermato il licenziamento dei diplomati magistrali e sono stati tagliati fuori dai concorsi 150mila precari con tre anni di servizio, per i quali chiediamo la stabilizzazione attraverso un concorso accessibile a tutti. Sono inaccettabili tempistica e regole del concorso straordinario di ottobre, così come le nuove regole sul precariato che sortiranno l’unico effetto di far aumentare il contenzioso ed il divide et impera, viste le innumerevoli imprecisioni dell’Ordinanza Ministeriale e le continue disfunzioni del sistema. Vergognosa la prassi di nascondere ai neo-assunti la collocazione dei posti da ricoprire: il nuovo anno scolastico vedrà aumentare il fenomeno del precariato tra i lavoratori della scuola.
  • Vogliamo l’estinzione immediata della truffa contro gli Ata ex Eell: basterebbero 100 milioni per riadeguare stipendi e pensioni, ed evitare più pesanti sanzioni dalla Ue, dopo ben 10 sentenze favorevoli pronunciate dalla Suprema Corte di Strasburgo.
  • Rivendichiamo l’assunzione degli ex Lsp/Lpu, a pari retribuzione.
  • Vogliamo una scuola vera, anche migliore di quella che ha preceduto la pandemia. La scuola non deve riprodurre disuguaglianze. Per far ciò, in concreto, occorrono maggiori opportunità educative per chi ha di meno, garantire ovunque edifici sicuri ed accoglienti nei quali crescere ed imparare, costruire il sapere critico, contro una didattica di stato serva dei subvalori del profitto e della sola "occupabilità". Scuola, Università e Ricerca sono oggi minacciate da chi interpreta la crisi attuale come occasione ottimale per potenziare i processi di quello stesso modello di sotto-sviluppo sociale, economico e politico incapace di tutelare appieno la collettività durante le fasi più acute di emergenza sanitaria a causa di un trentennio di tagli indiscriminati. Siamo molto preoccupati di un eventuale ritorno della pandemia, perché potrebbe tradursi in un ancor maggiore aumento delle disuguaglianze, in una ancor più sfrenata competizione tra le scuole e tra gli atenei con una torsione elitaria dell’acceso agli studi. È invece il tempo di cambiare assolutamente rotta. Il mondo del lavoro, del precariato e della disoccupazione ha già pagata cara la crisi economica del 2008: non vogliamo oggi e nei prossimi anni pagare la crisi determinata dal Coronavirus e dagli interessi economici e politici che la accompagnano. Dalla scuola dell’emergenza alla “scuola ricostruita”: l’Unicobas vuole un contratto specifico per la Scuola (per Docenti ed Ata) fuori dai diktat del DLvo 29/93 che impedisce aumenti superiori al tasso di inflazione programmato dal Governo (cosa che ci ha fatto diventare i peggio retribuiti della Ue), nonché la rielezione del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione con l’assorbimento da parte dello stesso dell'ambito disciplinare di Insegnanti ed Ata (fuori dalla giurisdizione dei dirigenti). Questo è l’unico organismo che può stilare il codice deontologico dei docenti (figure professionali). Esigiamo il ricalcolo della rappresentanza e rappresentatività sindacale sulla base di queste elezioni di categoria a suffragio universale con diritto di assemblea in orario di servizio per tutte le sigle.
  • È fondamentale creare un fronte comune di studenti, insegnanti e, in generale, di cittadini, per la rivendicazione del diritto alla salute e al benessere nella Scuola (il che si traduce in edifici scolastici sicuri ed adeguati alle esigenze didattiche, attenzione allo stress correlato al lavoro e all’età media altissima dei docenti italiani), di migliori salari per i lavoratori della scuola, per la difesa dei diritti e delle libertà sindacali ed associato alla lotta alla precarietà in ogni sua forma. Nel lanciare la due giorni di scioperi con manifestazioni del 24 (Roma, h. 9.00, P.zza di Monte Citorio) e 25 Settembre (Friday For Future al Ministero dell’Istruzione ed in altre piazze del Paese), scioperi e mobilitazioni proclamati da Unicobas, Cobas Scuola Sardegna, Usb, Cub, con gli studenti di Osa, Noi restiamo, Come studio?, riteniamo importante, ad un anno di distanza dalle grandi manifestazioni ambientaliste che hanno segnato un risveglio della coscienza giovanile, collegare, nel dibattito politico, i temi della scuola, della salute e dell’ambiente.

p. l’Unicobas Scuola

Maria Grazia Argiolas

(Presidente del Coordinamento RSU Unicobas Scuola & Università)